Proposta di riforma del reato di immigrazione clandestina
5 febbraio 2014 in Politica, Riflessioni, Scelti per voi
Pubblichiamo la proposta di Giamps Poi, simpatizzante veneto di RETE DEI CITTADINI, per una radicale riforma del reato di immigrazione clandestina:
Il reato di immigrazione clandestina non va abolito ma riformato. L’immigrato che arriva in Italia per la prima volta non deve essere considerato clandestino, un individuo che ha infranto la legge, ma deve invece essere considerato come una persona qualsiasi che non è a conoscenza delle leggi in vigore nel nostro Paese.
Il caso giuridico si precisa, dunque, nell’impossibilità oggettiva di conoscenza della legge, poiché è realistico pensare che non vi sia stata approfondita pubblicità,al di fuori del territorio nazionale, degli atti legislativi prodotti dalla Repubblica italiana, che peraltro risultano mutevoli nel tempo. Dunque, si può ragionevolmente pensare che l’immigrato non sia a conoscenza dell’esistenza o meno di tale reato, di una sua eventuale modifica o abrogazione: non può essere condannato, per l’ignoranza oggettiva di cui non è responsabile. Fondata su tali presupposti, la presente proposta è molto semplice e permette non solo di togliere i barconi della morte e gli scafisti dai mari mediterranei, ma anche di reperire dei fondi che andrebbero allo Stato, invece che agli scafisti, e che servono proprio per coprire le spese di gestione dell’immigrazione. Nel dettaglio della proposta, si prevede che chiunque entri nel territorio nazionale abbia di diritto un visto della validità di due mesi, a patto che abbia con sé i propri documenti, attraverso il pagamento di una somma pattuita e uguale per tutti. Per coloro sprovvisti di documenti, dovrebbero essere previste altre forme di riconoscimento. E’ chiaro che se l’immigrato è irregolare come accade oggi , dovrà pagare lo scafista e alimentare il racket, ma se l’immigrato è regolare pagherà lo Stato italiano, ed egli avrà poi il suo permesso valido per due mesi. Si prevede la chiusura dei centri di permanenza temporanea e la sostituzione con le caserme in disuso, e lo Stato provvederà a dare vitto e alloggio fino alla scadenza del visto. Gli immigrati clandestini sarebbero liberi di muoversi all’interno del territorio circostante ma con obbligo di firma giornaliero. Inoltre, potrebbero usufruire di minicorsi informativi, che introdurranno i principi base della nostra Repubblica e delle nostre leggi, per far capire come funziona in Italia la richiesta di un permesso di soggiorno. Nel frattempo, lo Stato italiano chiederebbe conferma delle informazioni ricevute dallo Stato di provenienza dell’immigrato e compirebbe le verifiche del caso. Scaduti i due mesi, verrà indicato all’immigrato il luogo dove si trova l’ambasciata italiana più vicina all’interno del suo Paese di origine , dove poter mettersi in lista per il permesso di soggiorno, scattando il rimpatrio volontario tramite volo aereo o altri mezzi idonei. Se l’immigrato si rifiuta di rimpatriare, viene messo a conoscenza del rischio di reato di immigrazione clandestina a cui può andare incontro. Questo significherebbe non avere più immigrati che stracciano i propri documenti, che si bruciano i polpastrelli delle dita per evitare che vengano prese le impronte digitali, che si buttano in mare per paura di essere presi dalle autorità italiane.
Significherebbe anche fare informazione: gli immigrati, tornando nel luogo di origine, avrebbero modo di spiegare agli amici che qui non è così bello come viene dipinto loro e, anzi, che forse dove abitavano prima c’era magari aria non inquinata dalle PM 10, acqua senza il cloro, meno asfalto, e magari anche meno gomma Pirelli consumata, invisibile all’occhio umano lasciata giornalmente sull’asfalto e respirata da tutti ogni giorno.