1. Noi firmatari del presente MANIFESTO, singoli cittadini e rappresentanti di comitati, associazioni e gruppi politici, consapevoli che gli attuali partiti sono responsabili della gestione fallimentare della “cosa pubblica”, ci impegniamo a creare giorno per giorno un’alternativa che restituisca al popolo ogni forma di sovranità, a partire da quella politica e monetaria. A tale scopo divulghiamo, attuiamo e proponiamo Buone Pratiche per salvaguardare il patrimonio culturale e materiale locale, anche promuovendo liste elettorali partecipate trasversali agli attuali schieramenti.
2. E’ viva, vivissima in noi la volontà di migliorare la qualità della vita di ogni persona, a cominciare dall’aria che respira, da come viene curata, da come, quanto e perchè lavora, da come viene istruita, da cosa mangia e cosa beve, da cosa compra e quanto spende.
3. Riconosciamo come fondamentali i principi di partecipazione, trasparenza e efficienza, della pace e della giustizia sociale, della legalità, rispetto delle leggi e dei diritti di tutti i cittadini e impegno civico per il loro miglioramento, dell’ecologia, intesa come vivere bene tra gli esseri umani e tra gli esseri umani e la natura, come riconoscimento della biosfera come casa di tutte le creature, come rispetto di madre terra, come equilibrio tra benessere e decrescita, della tutela della salute nel rispetto del principio di prevenzione primaria, della laicità, come rispetto dei ruoli tra le religioni presenti nel territorio e le istituzioni.
4. Intendiamo attuare questi principi attraverso la non violenza, come rispetto della dignità di ogni essere umano e come metodo di soluzione delle controversie, e la democrazia diretta, sia all’interno come metodo di gestione dell’organizzazione, sia all’esterno come metodo di partecipazione di tutti i cittadini alle decisioni.
5. Rifiutiamo a tutti i livelli la connivenza col malaffare e la sua sottocultura e lottiamo quotidianamente contro le mafie e le deviazioni massoniche e degli apparati dello stato.
6. Siamo convinti che la nostra partecipazione elettorale debba porsi in alternativa e fattiva opposizione sia ai vecchi schieramenti, promotori di un modello di gestione dello stato basato su clientele e rapporti occulti, sia a qualsiasi nuovo soggetto politico che si basi sull’accentramento del potere.
7. Riteniamo fondamentale il confronto e il dialogo anche con coloro che non condividono il presente MANIFESTO, a prescindere da posizioni ideologiche, partitiche o valoriali.
giulia ha detto 17 giugno 2011
parliamo piùspesso di disabilità e dei tagli che si permettono di fare chi ci comanda
RDC Staff ha detto 17 giugno 2011
In effetti andrebbe fatta un’integrazione sulla disabilità. Per quanto riguarda i tagli, i principi esposti in questo manifesto li renderebbero assolutamente senza senso. Ridando la sovranità politica e monetaria al popolo saremmo NOI a decidere su cosa investire
Tina ha detto 18 luglio 2011
Ancora con gli ultimi avvenimenti venuti a conoscenza:di abuso di danaro sottratto alio h popolo da parte dei ns.politici e ancora il vaticano,c’è bisogno di portare
legalità,etica,onestà,merito nelle cariche Istituzionali.
Marco ha detto 19 luglio 2011
ciao Tina, secondo me quelle che elenchi sono tutte qualità indispensabili per chi ricopre incarichi pubblici, ma mentre la legalità è facile da dimostrare (una fedina penale pulita ad es.) più complicato diventa verificare le altre qualità (come verificare il merito? come l’onestà? e l’etica? e soprattutto… chi controlla i controllori?).
Per evitare problemi di discrezionalità, sarebbe sufficiente che “fare politica” non fosse un mestiere, per esempio diminuendo e distribuendo la responsabilità per la gestione della cosa pubblica, in modo che possa essere svolta in poco tempo e quindi non si abbia necessità di personale dedicato (e pagato con i soldi di tutti), e in effetti neanche eletto (addio democrazia rappresentativa e benvenuta democrazia diretta!).
Di tutto questo, purtroppo, non vi è traccia nel Manifesto.
Giannantonio Zanolli ha detto 13 giugno 2012
La rappresentanza non esiste, quello che esiste è la differenza tra chi partecipa e decide e chi invece è escluso e subisce le decisioni.
Quando il principio base della democrazia diretta ” tutti decidono su tutto” è stato trasformato in ” tutti decidono chi decide” è nata quella che comunemente chiamiamo democrazia delegata o rappresentativa.
La madre di tutte le truffe consiste nel fatto che anche se tutti sono “democraticamente” chiamati a partecipare, grazie al metodo elettivo – per vari motivi e non da ultimo la disponibilità di tempo e risorse sia mentali che economiche – è andata tutta a favore delle classi dominanti con estromissione di quelle subalterne – troppo impegnate a sopravvivere. Verticalizzazione ed accentramento di potere economico e politico sono andate di pari passo ed oggi questa rapina di diritto e di vita è diventata intollerabile in quanto ha prodotto verticalizzazione ed accentramento parallelo sia di potere economico che politico (vedi grafici sulla ricchezza e sul potere decisionale..assolutamente identici! in Italia 550.000 individui “posseggono il potere decisionale politico e sempre 550.000 individui hanno ciascuno un patrimonio pari a circa 70 volte quello medio!) Credo che fintanto permarrà la “rappresentanza” (struttura decisionale dei pochi) ed in attesa della democrazia diretta compiuta, in un’ottica sistemica sia necessario modificare i processi di selezione della rappresentanza . Da parte mia mi sono sforzato di studiare dei modelli “inclusivi” che permettano la convivenza del metodo elettivo tipico della “democrazia rappresentativa liberale” ( per aspiranti professionisti più o meno partitici) abbinata al metodo a sorteggio con mandato frazionato e condiviso ( per cittadini liberi da appartenenza settaria/partitica e con la volontà di partecipare direttamente alla struttura della rappresentanza senza vincoli nè elettorali, nè di gruppo, ma solo con la propria individuale capacità, libertà e maturità.) Tutto questo in vista di uno spostamento dei poteri decisionali politici dai partiti alla società civile, dai gruppi di potere ai singoli cittadini per una forma di rappresentanza liquida e non basata sul “possesso” del diritto al decidere politico. Spero che i progressisti si orientino a modalità di “rappresentanza” innovative e non lineari alla logica dell’esclusione di massa, per mettere veramente sotto scacco il sistema inumano che ci opprime.
A questo Movimento in particolare propongo di assumere almeno il mandato a rotazione frazionato per la durata di un anno, anziché 1 rappresentante per 5 anni,(in vista di essere riconfermato per altri 5 e fare carriera di casta!).. 5 rappresentanti per 1 solo anno (..e poi tutti a casa a a fare dell’altro!).
Grazie e auguri a tutti.
Giannantonio Zanolli.
RDC Staff ha detto 20 luglio 2011
Condivido la riflessione di Tina e noto con piacere gli stessi valori nel nostro manifesto.
Va considerato che questa pagina non rappresenta un “programma” ma una raccolta di principi basilari suggeriti ed elaborati da un gruppo di persone propositivi. Se manca qualcosa è perché non è stato proposto.
Marco ha detto 20 luglio 2011
Se manca qualcosa, si può aggiungere?
Sennò finisce che il gruppo di persone propositivi rappresenta l’intero insieme delle persone, e quindi si va contro il principio basilare della Democrazia Diretta, sia all’interno come metodo di gestione dell’organizzazione, sia all’esterno come metodo di partecipazione di tutti i cittadini alle decisioni..
RDC Staff ha detto 20 luglio 2011
certo.. ma senza scendere in dettaglio (altrimenti diventa un programma) e nelle modalità pre-stabilite. Nel manifesto si parla di uguaglianza, legalità, trasparenza, partecipazione e tanti altri valori che comprendono i punti evidenziati nei vostri commenti.
Marco ha detto 20 luglio 2011
Lo decide sempre il il gruppo di persone propositivi le modalità pre-stabilite? O cosa sia un “dettaglio” o cosa no?
RDC Staff ha detto 20 luglio 2011
Non so fino a che punto conosci RETE DEI CITTADINI.. io non credo di averti mai incontrato.
Il testo è stato costruito ed aggiornato in più fasi dalle persone che hanno contribuito a farlo.. sempre pubblicamente in spazi fisici o virtuali. Chi è arrivato dopo ha “contaminato” gli altri ed ha permesso di arricchire il documento.
Se vogliamo parlare di stipendi dei politici, dovremmo parlare anche di quelli dei precari, possiamo aggiungere qualcosa sugli inceneritori, e sull’acqua, e sulle fonti rinnovabili, sull’illuminazione pubblica e sulle buche sull’asfalto, sull’abbandono degli animali… insomma ognuno avrà le sue priorità.. ecc ecc ecc ma diventa un altro documento che potremmo chiamare programma.
Il manifesto vuole essere solo una carta di intenti e per questo è piuttosto semplificato.
Marco ha detto 20 luglio 2011
Non parliamo degli “stipendi dei politici” bensì degli strumenti (anche dichiarati a livello di principio) che il Manifesto mette a disposizione per verificare le qualità di chi andrà al governo, così come indicate specificatamente da Tina.
Dato che RDC propone nel suo Manifesto anche un approccio rappresentativo all’esercizio del potere (anche promuovendo liste elettorali partecipate trasversali agli attuali schieramenti) ritengo indispensabile che, all’interno dello stesso, siano presenti meccanismi (anche solo “di principio”) per evitare l’insorgere di problematiche legate alla discrezionalità e all’abuso dell’esercizio del potere, vista anche la consapevolezza dimostrata da RDC sul problema (consapevoli che gli attuali partiti sono responsabili della gestione fallimentare della “cosa pubblica”).
Il fatto se mi hai mai incontrato oppure no (probabilmente sì) credo abbia un’importanza relativa, dato che la validità di ciò che uno scrive dovrebbe essere a prescindere dall’aspetto che uno ha o dalle relazioni che intrattiene con gli altri, sopratutto nell’ambito di un movimento che sostiene nel proprio Manifesto i principi di partecipazione (che spero sia sottinteso “uguale per tutti”, ma non c’è scritto).
Il Manifesto stesso manca di una documentazione puntuale sul processo di maturazione, e in assenza di una traccia puntuale, ci troviamo con un Manifesto scritto… da chi? con quali modalità? cosa è stato escluso e cosa no? Non c’è risposta a queste domande, ma potrebbe essere superflua,se tutti potessero partecipare al suo miglioramento… ma ciò non è possibile perché c’è il gruppo di persone propositivi che applica le modalità pre-stabilite.
Grazie ancora per l’attenzione, e a presto!
RDC Staff ha detto 20 luglio 2011
continui a fare insinuazioni inesatte probabilmente perché non conosci sufficientemente il percorso della RETE DEI CITTADINI.
Ci vuole tempo per raccontarti tutto.. e di persona sarebbe più semplice e veloce (io non posso togliere troppo tempo alle altre attività).
Il processo è iniziato sul forum pubblico http://programma.alternativo.forumfree.net/ insieme a riunioni aperte, mailing list aperte e gruppi facebook aperti a chiunque abbia voluto contribuire. In questi spazi è stato elaborato il primo manifesto, statuto, programma regionali lazio 2010, nome, simbolo, regole, ecc. Se vedi, ci sono tante discussioni, anche tra persone con vedute diverse, sintesi e votazioni. Sono arrivate altre persone che hanno portato le loro proposte per arrivare a quello che oggi è RETE DEI CITTADINI. Spero domani arriveranno altre persone che saranno disposte a confrontarsi per portare altri cambiamenti positivi.
Marco ha detto 20 luglio 2011
Quali insinuazioni?
Non è presente alcun link a questo forum pubblico nel Manifesto pubblicato qui, e non è possibile, per chi non sia stato all’interno del movimento, conoscere il percorso di maturazione di questo Manifesto.
Ho scritto cose inesatte?
RDC Staff ha detto 20 luglio 2011
si potrebbe anche mettere il link ma il forum è superato.
Sul manifesto c’è scritto quello che siamo e che vogliamo essere. Chi ha sottoscritto il manifesto farà in modo che questo venga rispettato e potrà segnalare qualsiasi anomalia nella pagina delle proposte affinché vengano informati anche gli altri sottoscrittori per trovare una soluzione.
Oltre al forum (usato nella fase iniziale) ci sono i bollettini (da quando sono stati attivati) dove trovi gran parte della nostra attività.
Marco ha detto 20 luglio 2011
Grazie Tommaso, adesso posso dire di conoscere veramente cos’è RDC, e il perché non voglio farne parte.
Giorgio ha detto 11 novembre 2011
il gruppo di persone propositivi sono quelli che hanno partecipato alle riunioni aperte a tutti, che Noi teniamo, volendo potresti partecipare anche te, Marco, personalmente ritengo che la virtù più importante è il dialogo che poi porta ad una votazione aperta a tutti.
Non siamo come lenin edi bolscevichi, non facciamo false comunicazioni per avere la maggioranza. Pensa se vieni anche tu puoi proporre e votare per decidere collettivamente.
RDC Staff ha detto 20 luglio 2011
Caro Marco, le tue affermazioni sarebbero critiche costruttive se tu provassi a cercare di capire l’altra parte. Credo che il motivo per cui non vuoi far parte della RETE DEI CITTADINI è perchè non è esattamente al 100% quello che faresti tu. La RETE DEI CITTADINI è un tentativo di “minimo comun denominatore” tra persone che la pensano MOLTO diversamente tra loro, un tentativo faticoso di “Unire nelle diversità”. Di persone che dicono “ho la soluzione giusta per tutto” ce ne sono pure troppe. Chiunque è benvenuto se è disposto a mettersi in discussione e cercare di capire il punto di vista degli altri. Sennò è benvenuto ugualmente, ma difficilmente si troverà a suo agio…
RDC Staff ha detto 21 luglio 2011
Marco, ho la leggera impressione che tu sia un po’ prevenuto. Il forum esiste, è stato utilissimo nella fase iniziale, abbiamo grazie alla partecipazione sul forum deciso assieme democraticamente il nostro nome, il nostro simbolo, il programma, il manifesto, ecc..ecc…
Il problema è che molto spesso arriva gente come te, fa una sventagliata di critiche qua e la, senza proporre nulla (a parte i propri progetti personali da portare avanti), dopo un po’ dice “grazie non mi interessa” e se ne va.
Noi non siamo ne’ migliori ne’ più competenti di nessuno, non siamo infallibili e siamo anche pochi. Stiamo portando avanti un progetto, in modo volontaristico, per migliorarlo occorre gente che voglia aiutarci a migliorare il progetto, a partecipare attivamente con noi. Tutto il resto sono chiacchiere inutili. Accettiamo invece proposte concrete. Se vuoi partecipare al miglioramento degli strumenti informatici, indubbiamente migliorabili tutti (ancora non esiste minimamente qualcosa che renda veramente possibile una gestione partecipata al 100%). Abbiamo provato con forum, mailinglist, incontri skype, dirette, gruppi facebook, sito D.D. , documenti partecipati ecc ma ancora non esiste uno strumento “perfetto”. Il tuo è un buon passo in avanti ma bisognerebbe metterci mano. Se vogliamo precedere in questo senso volentieri, altrimenti siamo alle chiacchiere da bar.
RDC Staff ha detto 21 luglio 2011
Per quanto riguarda il “manifesto” è solo una base di partenza comune e nulla di più. Si potrebbero scrivere altre duemila cose giustissime, non è quello il punto. I criteri di come viene gestito un movimento riguardano l’aspetto “regolamento”, “statuto” e “regole interne”. Qualsiasi iscritto può proporre questioni, modifiche aggiornamenti riguardo i regolamento e statuto. Il problema è che, è vero, il compito che ci siamo posti è molto arduo, ma ci aspettiamo che chi sia d’accordo con il nostro fine ci aiuti a trovare insieme le soluzioni piuttosto che “sparare a zero”.
Marco ha detto 21 luglio 2011
Alessandro e Sergio,
non mi sarei mai interessato al progetto della RDC se non avessi letto le parole “democrazia diretta”.
Non so quale sia il posto giusto per darne una definizione compiuta, se nel “regolamento”, nello “statuto” o nelle “regole interne”: so solo che la validità di un progetto la si trova sulle basi su cui poggia.
Se vedo una casa e mi si chiede di migliorarla, la prima cosa che vado a vedere sono le fondamenta… mica il colore dei vasi da fiori! :)
Oggi la RDC si basa sul volontariato ma si è presentata anche in alcune tornate elettorali: i candidati sostenuti dalla RDC, se fossero stati eletti, avrebbero percepito uno stipendio, e questo li porrebbe al di fuori dell’ambito del volontariato.
Se poi parliamo dei rimborsi elettorali, solo il 35% andrebbe a realtà sociali impegnate sulle tematiche sostenute da RETE DEI CITTADINI (articolo 18 dello Statuto della Associazione Rete dei Cittadini – versione 2010).
Ancora, avendo la RDC nel cuore una gestione diretta e trasparente della democrazia, dovrebbe dichiarare i principi e gli strumenti su cui tale “democrazia diretta” si attuerà. Questo vale soprattutto nei casi di palese conflitto con la realtà esistente, come ad esempio accade oggi quando siamo chiamati a eleggere i nostri rappresentanti, in una democrazia rappresentativa per delega senza vincoli di mandato (e la Lista Partecipata Nazionale è incompatibile con l’assenza di un vincolo di mandato).
Nello Statuto si evince una riproposizione di modalità basate sulla delega, quindi più propriamente si può parlare di “democrazia rappresentativa” (articolo 7, articolo 9 e articolo 10 dello Statuto, cit.).
Questo mi permette di contestare (senza poter essere accusato di “sparare a zero”) l’affermazione aprioristica secondo cui ancora non esiste minimamente qualcosa che renda veramente possibile una gestione partecipata al 100%. Se anche esistesse tale strumento, non lo si potrebbe mai adottare nella RETE DEI CITTADINI perché nello Statuto è imprevista tale possibilità (e ne abbiamo avuto prova documentata in questi ultimi giorni).
In conclusione, sarebbe una vera fortuna per la RDC se arrivasse più spesso della gente come me, ma come tutte le fortune vanno coltivate e ci vuole pazienza e rispetto, che nei tuoi interventi e in quelli di Sergio non trovo.
Cerco di spiegare al meglio ciò che scrivo e di rispiegarmi se non sono chiaro ma, usando le parole di Sergio, se una classe dirigente non è disposta a mettersi in discussione, questa è una vera sfortuna. Per tutti.
RDC Staff ha detto 22 luglio 2011
La Democrazia Diretta non esclude la delega e quindi forme di Democrazia Partecipata. Se vuoi chiacchierare con Pino Strano o con gli altri organizzatori della Settimana della Democrazia Diretta, puoi esprimere il tuo punto di vista. Per il resto so solo che questi si fanno un mazzo così da anni per diffondere la democrazia diretta, anche se in un’accezione che forse non condividi (chi avrà ragione?).
Tu cosa fai per portare avanti la democrazia diretta? Certo, hai fatto un bel sito, hai competenze e una gran bella capoccia. Ma non sarà il caso di chiedersi per quale motivo in quel sito non ci va praticamente nessuno? Perfino meno del sito democraziadiretta.net, su cui stiamo sbattendo la testa da alcuni mesi, senza molti risultati (anche perchè abbiamo poco tempo e poche competenze). Sicuramente molto meno di questo sito, ultraimperfetto, e dominato dall’alto da un manipolo di accentratori (bah…).
Un pizzico di autocritica non credi ti gioverebbe?
Di rispetto credo te ne abbiamo dimostrato a badilate. Continuiamo a seguire le tue “critiche costruttive”, cercando di capire che cosa proponi di concreto (oltre ovviamente a buttare nel cestino tutti i nostri strumenti informatici e trasferirci tutti nel tuo sito).
Non l’abbiamo capito.
Mi/ci piace molto il metodo del consenso, in generale e nell’accezione che gli dai tu. Di fatto lo abbiamo utilizzato sempre, in modo imperfetto e con strumenti ancor meno perfetti (discussione prima della votazione e spesso non passiamo alla votazione perchè si trova un “consenso” prima, e altro). Siamo d’accordo a integrarlo anche “ufficialmente” nelle nostre pratiche associative. Che altro vuoi? Non l’abbiamo capito.
Noi non facciamo altro che metterci in discussione, tanto che lo Statuto che trovi sul sito esprime una fase della RETE DEI CITTADINI in molto superata. Appena possibile rimetteremo mano allo statuto e/o il regolamento per ufficializzare le pratiche che già seguiamo (ovviamente con un processo partecipato come TUTTO ciò che abbiamo fatto finora).
Noi ci mettiamo continuamente in discussione.
E tu?
RDC Staff ha detto 22 luglio 2011
@Marco, il problema fondamentale sai qual’è, è un nostro grande limite, che dovremmo superare. E’ un limite di informazione. Tu giustamente arrivi dopo un processo che dura da un paio di anni e poni dei quesiti. Non conosci il nostro percorso, le nostre passate discussioni, i “perchè” ed i “percome”, quindi da una parte noi diamo per scontato cose che tu non puoi sapere, dall’altra tu non conosci alcuni ragionamenti quando poni le questioni. Sicuramente non è colpa di nessuno, solo un problema di comunicazioni incomplete (in buona fede).
Per quanto riguarda il “manifesto”, esso era la base di partenza, il minimo denominatore comune per “unire” più persone possibili, scartando a prioristicamente solo quelli che erano per la violenza, contro la partecipazione, contro i principi del rispetto degli esseri viventi e della natura.
(grosso modo)
Tale manifesto, nell’intento iniziale, doveva servire solo a questo, non a dare nel dettaglio, regole, tipo di organizzazione, ecc…
Questo perchè si pensava che il manifesto, generico, doveva e poteva rimanere sempre lo stesso ed invece il resto fosse una specie di laboratorio “work in progress”. Quindi, mantenendo il manifesto generico e immutabile, si preferiva agire su un lavorio incessante e migliorativo riguardo l’organizzazione, i programma, le regole, gli strumenti…
Ecco perchè hai trovato forse della “negatività” in noi riguardo certe critiche sul manifesto. era semplicemente perchè quel manifesto in qualche modo rappresentava e rappresenta per noi solo un modo di coalizzare le persone in modo più generico possibile. Si poteva far diventare il manifesto di 100 pagine invece che di una, semplicemente aggiungendo tutte le osservazioni utili che potevano essere fatte. Non l’abbiamo fatto crescere solo per questo motivo, lasciarlo un documento molto snello, il punto di partenza e non di arrivo, di tutto il lavoro.
RDC Staff ha detto 22 luglio 2011
Comuque guarda che siamo perfettamente consapevoli dei nostri limiti e delle nostre carenze, la “democrazia diretta” non è stata praticata al 100% in nessuna parte del mondo, è tutto molto complicato e difficile. Trovare 2500 incongruenze nel modo di portare avanti le liste elettorali, nella comunicazione interna ed esterna, ecc ecc.
Calcola che però è difficle portare avanti una baracca in pochissime persone, volontaristicamente, senza avere le minime finalità ed ambizioni riguardo a cariche elettive, rifuggendo per quanto possibile i compromessi.
Non ti posso far altro che invitare a partecipare a cambiare i nostri strumenti informatici ed il nostro statuto, ad esempio. E’ l’unico modo in cui la partecipazione può funzionare. Hai una critica? aiutaci a trovare una soluzione. Da noi chi fa e si interessa ha voce in capitolo quanto gli altri. Siamo maledettamente imperfetti e sicuramente questo porta molti che si avvicinano a noi magari dopo un po’ ad andarsene. Spero che invece tu potrai dare il tuo contributo, tanto più che sei “entrato” più in profondità negli argomenti. Ultima osservazione: temo che comunque le discussioni sul “virtuale” valgano molto di meno che quelle vis a vis, quindi spero che, superato il periodo estivo, si possano e si debbano affrontare questi argomenti in delle riunioni al fusolab o altrove. Partecipa anche te e cerchiamo di partire su alcuni priogetti mirati: credo che in progetti in ballo siano: economia alternativa, strumenti informatici (in realtà l’argomento riguarda anche regole ed organizzazione) e modifiche statuto. Vediamo un po’ dopo l’estate..
Marco ha detto 22 luglio 2011
ciao Alessandro,
prima di tutto grazie mille per i chiarimenti: avevo percepito qualcosa, ma in assenza di informazioni precise, mi sono dovuto basare solo sulle mie personali intuizioni.
Nel mio piccolo sto cercando di cambiare un po’ le cose soprattutto sull’aspetto “democrazia diretta”.
Per esempio, su precisa necessità di un utente, su e-Partecipo è possibile da qualche tempo partecipare alla stesura condivisa di documenti suddivisi in articoli (come possono essere statuti o regolamenti): potremmo trasportare, ad esempio, il manifesto e lo statuto su quella piattaforma, permettendo a tutti di partecipare a una eventuale variazione, con strumenti effettivi di partecipazione condivisa.
Questo è il contributo che in questo momento posso offrirvi: spero che concederai un po’ di fiducia a strumenti alternativi! ^_^
grazie, e a presto!
RDC Staff ha detto 22 luglio 2011
bene, bene, credo che si possano fare un ottimo lavoro insieme!
Marco ha detto 23 luglio 2011
ciao Alessandro, grazie mille per la disponibilità! :)
Accolgo volentieri il tuo invito a partecipare e cercare di offrire una soluzione concreta: come suggerito, mi sono concentrato su alcuni aspetti mirati, e in particolare i nuovi strumenti informatici e le modifiche allo Statuto.
Per questa ragione ho trascritto sia lo Statuto che il Manifesto sulle proposte di e-Partecipo.it, lo strumento di editing condiviso a cui avevo fatto riferimento qualche commento fa, equivalente logico di un software “wiki” ma con controlli su eventuali conflitti di editing e gestione separata dei vari articoli.
Il vantaggio di questo strumento (rispetto allo scambio di commenti) è quello di apportare direttamente le modifiche sul testo, garantendo nel frattempo uno storico per successivi riferimenti, anche lontani nel tempo.
Spero che tu, e chiunque desideri partecipare, vi sentiate liberi di portare il vostro contributo anche solo offrendo un suggerimento su come vi piacerebbe che fosse il sistema, o cosa pensate possa essere migliorato per renderlo ancora più semplice.
Grazie ancora per l’attenzione, e a presto!
Nemesis ha detto 19 gennaio 2012
Scusate ma il concetto di sovranità monetaria non si prende neanche in considerazione?
Federico Capoano ha detto 19 gennaio 2012
ops rileggendo meglio ho trovato che si parla anche di sovranità monetaria :-)
RDC Staff ha detto 21 gennaio 2012
E’ quasi la prima cosa (insieme alla sovranità politica).
Ed è anche in grassetto!
:-)
idrogeno ha detto 24 gennaio 2012
salve sono idrogeno per me è una cosa importante far costruire dei distributori di corrente esterni protetti presso le nuove costruzioni di garage sotterranei e parcheggi privilegiati per le macchine elettriche e biciclette elettriche
RDC Staff ha detto 24 gennaio 2012
Grazie Idrogeno. penso che bisogna valutare anche la fonte dell’energia elettrica oltre la distribuzione capillare. Tra un pò lavoreremo sul programma nazionale.. teniamoci in contatto
edoardo ha detto 18 marzo 2012
complimenti a Sergio ed Alessandro ! persone intelligenti e modeste , condivido in pieno le risposte date a Marco. Al punto 6 non c’è scritto come fare per attuare questa benedetta D.Diretta. Io la penso a livello comunale come l’esempio svizzero: tutti i cittadini riuniti nei saloni o nelle piazze e un domani anche con votazioni tramite internet nei siti comunali. A roma invece è diverso: che ne vogliamo fare della Dem. (Parlamentare)Rappresentativa senza vincolo di mandato ? io sono per
1) inserire il VINCOLO di Mandato visto quello che hanno combinato i nostri “onorevoli”
2) utilizzo dei singoli COLLEGI UNINOMINALI creati in base alle densità di popolazione esistente. Con questo metodo le Preferenze divengono superflue perchè abbiamo già i singoli candidati dei partiti che si sfideranno nello stesso collegio
3) Vincolo DI ZONA per i Parlamentari: così saranno vicini al loro elettorato e meglio controllabili.
fatemi sapere e salutoni !!
FabioCavalca ha detto 14 settembre 2012
“Vincolo di mandato” = fotografia scattata in un certo momento che deve restare immutata fino alla nuova fotografia, anche se chi c’è nella foto, nel frattempo si è fatto crescere la barba o si è tinto i capelli o si è fatto fare una plastica facciale …
… ma questo è il COLMO! “Collegi uninominali”: le liste più bloccate che ci possono essere … uno che col 30% dei voti pretende di rappresentare TUTTI: INCONCEPIBILE!!!!
RDC Staff ha detto 18 marzo 2012
Intanto grazie della partecipazione e del commento!
Premessa: la Democrazia Diretta è una “direzione”, non c’è un modo unico per applicarla (cosa che il nostro Marco non riesce a capire e facendo questo rovina anche tante cose giuste che dice). Questo breve manifesto indica la “direzione”, ma ovviamente sulle applicazioni non può approfondire. Nel programma elettorale, nel nostro statuto e nei tanti documenti su cui abbiamo lavorato (anche insieme ad altri) ci sono molte delle risposte.
1) D’accordissimo. Tanto d’accordo che siamo tra i fondatori dell’iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia, che ha, tra le altre cose, anche l’istituto della revoca di mandato. Siamo molto favorevoli anche al vincolo di mandato, ma ahimè la costituzione su questo blocca molte possibilità. Noi abbiamo applicato alle elezioni regionali il principio del vincolo di mandato, per quanto l’attuale costituzione lo permetta.
2) Il collegio uninominale, che in teoria non sarebbe malaccio (sceglie chi è sul territorio) ha un problema pratico: nell’attuale sistema politico, in cui destra sinistra e centro non si distinguono nei fatti, e hanno il quasi completo controllo dei mezzi di comunicazione e non solo, il collegio uninominale renderebbe quasi impossibile un eletto al di fuori del sistema politico attuale. Forse un sistema misto potrebbe essere più adatto.
3) D’accordissimo; nei fatti l’abbiamo fatto anche noi, non del tutto sia per le forze limitate che abbiamo a disposizione (compreso il numero di candidati) sia perchè ci sono persone attive sul territorio che sono residenti in altre regioni. Anche qui, forse, il sistema misto potrebbe essere il più fattivo
P.S. Sei di Roma?
edoardo ha detto 9 aprile 2012
Scusami per il ritardo ma letto solo ora ! no sono Toscano, di Poggio a Caiano un paese in provincia di Prato.
Per sistema misto cosa intendi ? cioè qual’è l’altro metodo/mezzo ?
Paola Ghini ha detto 8 aprile 2012
Gentilissimi,
vi scrivo perchè interessata al vostro progetto. Vorrei però un approfondimento sul Programma. Per poter affrontare la responsabilità di un governo nazionale è necessario che siano state sciolte le questioni nazionali e di rapporto giuridico con l’Unione Europea. E? chiaro a tutti il problema Euro e il problema dell’usurpazione del diritto di scelta sulla spesa pubblica. La necessità di uscire dall’Euro e di strappare i Trattati europei, specialmente quelli del 2012 è cosa che deve essere affermata con forza.
Lo stato DEVE POTER spendere per i cittadini, per i servizi e per gli svantaggiati sociali e fisici. Lo stato deve poter dare un indirizzo economico e deve avere i fondi per i servizi pubblici gestiti anche localmente.
Lo stato può fare questo se ha la possibilità di creare moneta propria e se si libera dai rapporti capestro con i creditori privati: FMI e MES, quelli in arrivo a luglio.
Vi giro il link alla nostra campagna per approfondimenti.https:
//sites.google.com/site/europaperibenicomuni/home/piano-per-l-italia
RDC Staff ha detto 9 aprile 2012
Cara Paola, considera che il programma è quello delle regionali 2010, dove non aveva senso parlare della situazione internazionale. Il manifesto parla chiaro su sovranità politica e monetaria. Ti posso dire che siamo molto scettici sull’UE e in particolare sullo strapotere della BCE. Io penso però che puntare subito sull’uscita dall’euro potrebbe essere controproducente; stiamo per cominciare a lavorare sul programma nazionale, io punterei su “Vogliamo un’Europa diversa, un’Europa dei popoli e non delle banche; se l’Europa rimarrà così meglio uscire dall’euro per creare una nuova Europa davvero democratica e al servizio dei cittadini”. O qualcosa del genere
Cristian ha detto 20 settembre 2012
Signori , ho letto pochi commenti tra quelli già postati. La soluzione è questa :
1) Fare in modo di spezzare i prezzi del mercato al 50%
2) Diminuire il flusso di denaro verso le casse delle stato
3) Creare una moneta di compensazione , non solo virtuale che vada ai cittadini.
Noi siamo in due, con una sperimentale che ci tiene inchiodati ai pc. Stiamo cercando qualche genio che ci aiuti a lanciare una piattaforma , gestire e inserire le aziende aderenti , in modo gratuito e anti-speculativo . In questi giorni abbiamo parlato a conferenze e meeting . Il più intelligente neolaureato in economia con tesi sulla moneta complementare , ci ha chiesto : ” Scusi ma ….cosa guadagno a lavorare per Voi ” Io gli ho risposto : ” Ci guadagni la speculazione ! ” – E avanti così . Noi per lanciare il progetto e per fare una sperimentale dignitosa , non abbiamo guadagnato nulla se non rafforzato il credo verso i punti 1) – 2) – 3) . A me piacerebbe fare questa domanda a tutti : ” Ma l’Italia fino ad oggi cosa ha guadagnato e …in che modo ?” . In pratica in 3 anni in Italia , non abbiamo trovato nessuno che ha dimostrato di avere le pale per fare girare il mulino come si deve ma ….solo un branco di commentatori opinionisti superflui che si sfogano con le loro ciance , nel web . Congratulazioni Italia , sei forte …..e ….chi consce bene l’Italia …ha semplicemente sfruttato truffando gli italiani …a causa della loro mancanza di sapere . Allora …è colpa di chi ci ha fregato o di noi stessi ….che non abbiamo ma voglia di capire e di studiare ? Siamo forse ….ignoranti ?
Danilo D'Antonio ha detto 15 dicembre 2012
Farete sì che i ruoli della Res Publica, del Pubblico Impiego, vengano assegnati a rotazione a cittadini preparati, garantendo un impiego minimo a chiunque lo desideri ed un reddito di base a chi ne abbisogna?
Farete che le attività economiche fondamentali vengano ricondotte nel settore pubblico fino a raggiungere una posizione di equilibrio col settore privato?
Farete che non vi siano più dispotici statali assunti a vita, ad addomesticare, controllare, schedare e vessare nonché gabellare la popolazione e divorare la Res Publica?
Farete sì che inizi un lavoro produttivo di utili e remunerativi beni e servizi ad opera di noi stessi cittadini?
Se vi impegnerete per questo possiamo parlarne.
Altrimenti cambio bancarella.
Danilo D’Antonio