Discorso di fine anno del Presidente
31 dicembre 2013 in Appelli, Chi siamo, Politica, Riflessioni
di Sergio Mazzanti, presidente RETE DEI CITTADINI
La fine dell’anno è sempre un momento utile per guardarsi indietro e riflettere sull’anno passato. Mi accingo anche io, in qualità di attuale presidente dell’associazione RETE DEI CITTADINI, di tentare un mio consuntivo, rimandando, in modo ironico se non sarcastico, al discorso dell’attuale presidente della Repubblica. Anche quest’anno mi risparmierò le sue perle di saggezza, visto che sono del tutto convinto che il nostro “amato” presidente non dirà una parola sulle cose che interessano o, quanto meno, dovrebbero interessare gli italiani: per esempio, per quale motivo la banca d’Italia è privata, perché il parlamento se ne frega delle proposte dei cittadini, perché si preferiscono “grandi opere” inutili e dannose come il TAV invece di tante piccole opere che aumenterebbero il benessere degli italiani invece del PIL, e tanto altro. Oppure ci potrebbe spiegare chi gli ha “suggerito” di nominare Monti senatore a vita, di fatto scegliendo lui il futuro primo ministro, contro i principi della costituzione di cui, in teoria, dovrebbe essere il garante. Per non parlare della sua seconda nomina a presidente, che definirei quanto meno “rocambolesca”. No, direi che ci possiamo un po’ tutti risparmiare l’ottavo (!!!) discorso di fine anno di uno dei presidenti d’Italia meno amati della storia… E magari dedicare qualche minuto al consuntivo annuale di una piccola associazione, ma piena di contenuti e ambizioni, come RETE DEI CITTADINI. Premetto subito che non ho intenzione di parlare nè della “novità politica” dell’anno (il M5S) nè delle recenti manifestazioni dei Forconi. Chi è interessato a questi progetti non ha bisogno delle mie valutazioni per orientarsi.
Rispetto alla fine del 2009, quando si è costituita come associazione con un percorso decisionale in cui TUTTO è stato deciso in modo condiviso (nelle riunioni fisiche e sul web), RETE DEI CITTADINI è cambiata molto, anche se in modo progressivo e senza decisioni dall’alto da parte di nessuno. Abbiamo imparato molte cose. Abbiamo acquisito una consapevolezza delle vere radici dei problemi della società di oggi, ma abbiamo anche intravisto soluzioni concrete. Abbiamo elaborato e soprattutto applicato al nostro interno e nei nostri progetti elettorali dei sistemi di democrazia diretta in cui DAVVERO uno conta uno: se un movimento politico con i mezzi economici e numeri ben maggiori dei nostri applicasse le nostre metodologie potrebbe cambiare radicalmente il modo di fare politica nel nostro paese. Abbiamo raccolto e messo insieme le tante proposte di creazione di un circuito di economia alternativa che restituisca al denaro la sua funzione, cioè essere la misura dello scambio di beni e servizi. Abbiamo portato avanti iniziative e progetti concreti per un nuovo modello di società più sano ed ecologico (gruppi d’acquisto, ecovillaggi, ecc.), oltre a sostenere battaglie contro inceneritori, nucleare, centrali turbogas, ecc. E abbiamo capito, soprattutto, che il sistema socio-politico-economico va radicalmente cambiato per ridare una speranza al pianeta.
D’altra parte non possiamo nascondere che attraversiamo oggi un periodo difficile al livello di identità e ancor più di partecipazione. Tante persone e gruppi hanno conosciuto e hanno partecipato in vario modo alla nostra rete. La maggior parte, ne sono convinto, ha mantenuto un’idea positiva di RETE DEI CITTADINI, ma in pochi oggi si stanno spendendo perché questo progetto vada avanti. E ciò non è affatto scontato.
L’entusiasmo con cui siamo partiti si è in buona parte perso, l’aria piena di positività e speranza che si respirava durante le elezioni del 2010 si è sentita solo a tratti nel 2013, quando avremmo dovuto raccogliere i frutti dell’esperienza accumulata negli anni precedenti. A parte il risultato elettorale, inferiore non solo alle aspettative, ma anche a quello precedente, lo scarso riscontro ha raggelato le speranze di poter incidere sulla realtà attraverso le elezioni. In parte è dovuto a problemi organizzativi e comunicativi dell’associazione, in parte alla situazione politica generale, dove sembra esserci pochissimo spazio per movimenti che badano alla qualità piuttosto che alla quantità. E soprattutto per quelli che vogliono un vero cambiamento.
Qualcuno ha detto che RETE DEI CITTADINI ha abbandonato l’attività politica. Altri che si è trasformata in un ecovillaggio. Ambedue le affermazioni, di fatto sbagliate, colgono tuttavia una fetta di verità. La nostra ricetta politico-elettorale non è stata compresa, si è rivelata incisiva solo se affiancata a progetti territoriali preesistenti, come nel caso di Aprilia (dove la nostra Ornella Pistolesi è oggi consigliere comunale in una coalizione al 100% civica). Senza escludere nuovi progetti elettorali in territori ben più circoscritti dell’ambito regionale, l’attenzione di RETE DEI CITTADINI si sta spostando su iniziative concrete locali, come l’ecovillaggio a Pedali o il neonato Fusogas, create in collaborazione con altre persone e gruppi. Sono progetti importanti, che mostrano che è possibile portare avanti un modello socio-economico diverso anche all’interno dell’attuale società. Rispondono a un’esigenza di concretezza, in risposta alla sensazione che RETE DEI CITTADINI abbia parlato troppo e agito poco, e soprattutto che si sia mossa troppo sull’web e troppo poco nella vita concreta. Anche per questo il nostro gruppo facebook ufficiale, che ha svolto in passato una funzione non secondaria, è oggi quasi del tutto abbandonato, nella migliore delle ipotesi, a chi vuole pubblicizzare propri contenuti, senza che questo porti niente al nostro progetto; per non parlare dei consueti problemi comunicativi di facebook, con le annesse discussioni infinite e perdite di tempo.
Il problema è che questi e altri progetti a cui partecipiamo e abbiamo partecipato (Acqua bene comune, Quorum Zero e Più Democrazia, Montecitorio per la Vita, la manifestazione contro il potere finanziario, ecc.) fanno fatica a collegarsi tra loro. Si perde così la funzione stessa del progetto, che è, appunto, quella di mettere in rete i cittadini, le loro proposte e i loro gruppi. Se RETE DEI CITTADINI non recupererà la sua funzione di “hub” (cioè “nodo”), temo che il 2014 sancirà la fine del progetto. Non sarebbe una tragedia. Il mondo andrà avanti comunque (male). Rimarrà comunque un’esperienza importante per tutti quelli che l’hanno vissuta e i semi gettati potranno comunque dare frutto. Io però credo in questo progetto. Credo che abbia grandi potenzialità, e che queste potenzialità siano proprio nella condivisione, nello spirito critico che non dà nulla per scontato e soprattutto nella mancanza di un “leader”, stabilita per statuto. Cioè proprio quegli elementi che rendono sia l’organizzazione che la comunicazione più difficili. Ma sono gli elementi che contraddistinguono RETE DEI CITTADINI e, ne sono convinto, la sua ragione d’essere.
Per questo non deve essere solo il presidente a tirare le somme di un anno di RETE DEI CITTADINI. E’ fondamentale dunque che partecipino a questo “consuntivo” non solo gli attivisti di RETE DEI CITTADINI, ma anche coloro che l’hanno “incrociata” in questi anni. Sono benvenute le critiche, basta che siano civili e costruttive. Da parte mia, mi permetto solo alcune riflessioni più o meno personali sui possibili modi per portare avanti il progetto.
1) In una recente riunione di RETE DEI CITTADINI abbiamo stabilito un principio fondamantale: nelle nostre attività dobbiamo DIVERTIRCI! Questo permetterebbe di recuperare quello spirito iniziale di positività che, di fatto, ci ha dato l’energia per andare avanti finora.
2) Sono da sempre contrario alle “ideologie”, intese come sistemi di pensiero che pretendono di interpretare la realtà mettendosi al di sopra della realtà stessa. Credo tuttavia che sia venuto il momento di organizzare tutto quello che abbiamo imparato in un sistema di idee organico che possa essere facilmente comunicato. Un sistema di idee, chiaramente, subordinato alla realtà e che si modifichi di conseguenza. Il punto di partenza potrebbero essere i “tre capisaldi” che abbiamo individuato come peculiari di RETE DEI CITTADINI: democrazia diretta; sovranità monetaria; ecologia e benessere.
3) La dimensione fisica e territoriale, ne siamo sempre più convinti, è fondamentale. Credo tuttavia che, come progetto generale, RETE DEI CITTADINI deve avere una proposta chiara e percorribile per chiunque ci contatta, anche per coloro che non hanno altre persone e gruppi vicini interessati. In tempi di crisi come questa, una proposta appetibile, che viene direttamente dalla nostra esperienza, è la creazione di circuiti in cui ci si può scambiare beni e servizi risparmiando gli euro. A prescindere dalle modalità di scambio che potranno essere utilizzate (baratto, banca del tempo, Scec, cambiali sociali, bitcoin, ecc.), una volta trovate persone interessate a risparmiare euro si troverà senza dubbio il modo per attuare gli scambi.
Concludo con un’ultima riflessione. Il mondo in cui viviamo è sbagliato, ne siamo sempre più convinti. Soprattutto perché è un mondo inumano, dove le persone sono trattate come merce e l’ambiente sfruttato senza interesse di quello che succederà in futuro. L’informazione è organizzata in modo che la maggioranza della popolazione non ne sia consapevole. La politica è supportata da questa (dis)informazione e da forze internazionali e extranazionali di vario tipo, che controllano il potere finanziario. Le decisioni importanti vengono sempre di più prese da istituzioni lontane, su cui i cittadini non hanno praticamente strumenti di interazione reale. I movimenti che sembrano avere un certo seguito hanno solitamente qualcosa di strano dietro, gli altri sono resi innocui in vari modi (infiltrati, campagne di disinformazione, corruzione, ecc.). Le possibilità di combattere direttamente questo sistema sono pochissime.
Che fare allora? Essendo costretti a vivere fisicamente in questo mondo, l’unica strada è quella di creare un “mondo alternativo” con proprie regole a sè. So bene che non ci si può disinteressare del tutto dell'”altro mondo”, fosse solo per l’aria che respiriamo. Ma possiamo vivere almeno una parte della nostra vita nel mondo che vorremmo. Un mondo in cui vige la democrazia diretta, magari attraverso un “contro-parlamento”, che prende decisioni condivise che hanno valore per coloro che lo riconoscono come tale. Un mondo con un’economia reale, più umana e razionale. Un mondo in cui si riusa e ricicla, in cui il prezzo non sia l’unico criterio di scelta. Se questo “mondo alternativo” funzionerà solo per una parte delle nostre esigenze, questo ci permetterà comunque di migliorare la qualità della nostra vita. Un esempio: se scambiassimo anche solo una piccola parte dei beni e servizi che ci servono senza passare dall’euro, avremmo più euro da usare per altre cose; magari per comprare un cibo più sano e più rispettoso dell’ambiente e dei lavoratori, o per fare beneficenza o, più banalmente, per un viaggio o per un libro. Non c’è bisogno di creare questo “mondo N°2” da zero, questo mondo già c’è, lo dimostrano iniziative come le nostre che già esistono, dobbiamo solo alimentarlo. Facciamolo per migliorare la qualità della nostra vita. Chissà, se questo sistema dovesse crescere, magari potrebbe cominciare a intaccare anche il “mondo N°1”.
Finisco con gli auguri e i propositi per il 2014. Che sia per tutti un anno all’insegna della qualità della vita. E, nel nostro piccolo, che sia un anno in cui RETE DEI CITTADINI svolga al meglio la sua funzione.
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